sabato 5 ottobre 2013

Cambio di programma: la pace dei sensi.

04.10.2013

Oggi avremmo dovuto visitare il museo delle “clay figurine”, ossia modelli/figurini in argilla rappresentanti l’Opera cinese (mascheroni, personaggi caratteristici) e domani mattina avrei dovuto prendere il treno per Nanchino.
Invece (il mio fisico ha apprezzato) la partenza per Nanchino è posticipata a domenica mattina e oggi abbiamo cominciato e concluso l’uscita quotidiana a Huishan, old town vicino Wuxi (per maggiori info cercate su tripadvisor).
Il team è quello di ieri: io, Fiona, Justin e Cin.

All’ingresso (classico gate cinese) eccoli di nuovo! Eh no, stavolta devo fotografarne almeno uno…dalla foto postata non si può ascoltare il rumore dello sbattere delle ali…comunque trattasi di bestiole volanti di oltre 10 cm di lunghezza (che a Pechino mangiano) che spesso si raggruppano e, se è la prima volta e soprattutto se, come me, hai la fobia degli insetti, pensi: ok, è finita.

Draghi Volanti

Li chiamano draghi volanti…e ci credo! Sembrano piccoli elicotteri!!! Leggenda vuole che se volano bassi, il giorno successivo pioverà.
Sarà strano, ma ormai mi sono abituato ai draghi volanti, anche perché mi hanno assicurato che non pungono.

Templi dai tipici tetti in legno (mai un chiodo!) grazie all’ingegnoso sistema del dou gong, di cui nelle prossime settimane vi dirò in modo più specifico e scientifico.

Roof Junctions dou gong

Piacevole passeggiata, molti turisti (cinesi), mi sento sempre il forestiero che da tempo non si vedeva in giro.
Un sole che come si suol dire spacca le pietre, il buon odore di osmanto nell’aria (ho saputo che il fiore sboccia in autunno e dura fino a novembre, che fortuna!), avverti che stai entrando in un’altra epoca, in un’altra dimensione.

Huishan

Dopo aver passeggiato lungo il percorso che ti porta per templi, laghetti con fiori di loto e centinaia di altre specie di piante/alberi, pranziamo (oggi noodles con soia e sempre il mix di verdure/carne che mai capirò da cosa è composto) e ci avviamo verso Jichang gardens (ingresso a pagamento 50 yuan (RMB), circa 6 €).
Un parco con all’interno tantissime specie arboree, templi dedicati al buddismo e alla meditazione, odore di osmanto ovunque.
Il tutto riflesso nell’acqua marrone del fiume che certo non ti fa venir voglia di tuffarsi…nonostante ciò l’odore di osmanto ti trascina lungo il percorso e così l’acqua rimane in secondo piano.

Jichang Gardens

La pace dei sensi.
Luogo fantastico, davvero, mai visto tanto verde e tanti colori in un’atmosfera così “zen”, ma in effetti cinese.

La persecuzione della macro

Sono trascorsi pochissimi giorni dal mio arrivo, ma data l’intensità delle giornate appena trascorse e la mia curiosità che mi porta a fare domande su domande, ho capito (e lo capirò sempre di più) quanto i cinesi vivano bene il rapporto con se stessi e ciò che li circonda. Mi è bastato poco per capire quanto alcuni concetti occidentali dello stress, dell’ansia, della corsa ai farmaci (e qui mi viene in mente un mio caro amico che è farmaco addicted per qualsiasi sciocchezza!...dai  Peppe, raggiungimi in Cina!) della logica per cui il business è ciò che conta, il lavoro, i soldi, l’apparire…ecco siano concetti così lontani dal loro modo di affrontare il quotidiano…è vero è solo il 5° giorno, fatto sta che non ho ancora sentito urlare nessuno né tantomeno assistito a discussioni tra coppiette e amici (e qua nel campus ce ne sono molti).

Buddismo

Teorie e riflessioni che hanno avuto conferma quando siamo entrati nel tempio del Budda della ricchezza.
Completamente ignorante in materia, ho cominciato il mio “interrogatorio” a Fiona per capire di più di questa religione.
Ebbene, mi sa che diventerò buddista ahahahah.
Tralasciando tutte le pippe sul buddismo, ci incamminiamo verso l’uscita mentre scorgo 2 giocatori di scacchi cinesi

Scacchi cinesi

(che mi farò insegnare) e la tipica donna cinese con ombrello, che riesco di sfuggita a inquadrare con la fotocamera mentre si affanna (affannarsi alla cinese) per raggiungere chissà quale luogo di meditazione.
Ma sarà che da loro abbiamo moltissimo da imparare noi occidentali, presuntuosi e spavaldi nel proporre il nostro stile in giro per il mondo, un po’ all’americana?

Signora Ombrello

Domani sleeping day…la sera vi aggiornerò con varie curiosità che in questi giorni ho tenuto nascoste.

Ah! Un saluto agli Sparks!
Per chi non lo sapesse è la cover band dei Coldplay in cui mestamente suono la batteria e in cui spero di avere ancora “il posto” al mio ritorno J
Ah! Martedì si avvicina! Di nuovo diretta verso le 17 su www.radioprimarete.it all’interno di Taxi Driver.
Ah!...un ringraziamento all’instancabile Peppe che in qualità di co-amministratore di questo blog sta portando avanti questo mio “sfizio”.
Ah!....Hme ciA’

2 commenti:

  1. Ciao Marco,

    bello questo diario di viaggio, penso andrò anch'io in Cina un giorno ...

    Riguardo le cinesi con l'ombrello, è come per le giapponesi? Cioè che usano l'ombrello per ripararsi dal sole perchè la donna abbronzata è ritenuta brutta secondo la loro cultura?

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  2. esatto!...e sinceramente io lo userei anche per non ustionarmi! il sole ieri era bello forte!!! ;) cmq sono appena rientrato in camera...oggi volevo dedicare l'intera giornata al relax e al non interessarmi di nulla...e in effetti lo è stato finchè, mentre facevo foto nel campus, un ragazzo alle spalle mi fa "hello! nice to meet you!...il resto lo scoprirai nel prossimo post tra un paio d'ore! ;D

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