domenica 6 ottobre 2013

Nanchino: pioggia, memoria, cibo, Qing.

Ore 9:00
Lascio la mia bici silver al Northern Gate del campus quando mi arriva il messaggio dal mio amico Hanjie: a typhoon is coming. Tifone?!...Mah tutto sommato sto andando a Nanchino! Chissà però come, e soprattutto se, ritroverò la bici al mio ritorno!
Dalla stazione di Wuxi a Nanchino il treno G impiega un’ora. Che comfort e che puntualità questi treni G!
Entrando in stazione scorgo (tra la foschia) i grattacieli di Nanchino (una sorta di Bund di Shanghai). Piove, il cielo e la luce tutt’intorno sono grigi…fortuna che ad aspettarmi c’è Qing! Studia arte all’Aquila, ma è di Nanchino, quindi sono in ottime mani!

Appena esci dalla stazione, ti ritrovi di fronte il lago Xuanwu in cui si specchiano, in tutto il loro grigiore, i grattacieli della business area tra cui svetta la Zifang Tower (450 e rotti metri di altezza, la 7^ più alta al mondo; i cinesi ne vanno fieri!).

Nanchino

Condizioni pessime per scattare fotografie…pioggia molto fine e umidità micidiale…la parte più alta della Zifang nascosta dal grigiore della foschia…
Qing ha studiato per me…che carina! Parla un po’ di italiano…mi mostra gli appunti presi la sera prima (descrizione dei luoghi che visiteremo e dei cibi che mi farà assaggiare) e ci avviamo verso l’albergo. Una notte in stanza singola presso l’albergo interno all’Università “Nanjing Normal”, modesto comfort, prezzo vantaggioso.
Lasciato il trolley, ci avviamo verso il Memoriale del massacro di Nanchino; ombrello alla mano.
Tra bus e metro (il mio albergo non è poi così distante dal centro, ma Nanchino è una metropoli dal territorio molto vasto) impieghiamo più di un’ora.
Il Memoriale è il sito realizzato per ricordare le atroci barbarie commesse dall’esercito giapponese nel 1937.

Memoriale Esterno

300.000 il numero indicativo delle vittime. Nell’edificio principale il percorso obbligato accompagna il visitatore tra foto, cimeli, video, ricostruzioni, materiale scioccante e spesso senza censura alcuna, che ripercorre le fasi atroci dell’uccisione di migliaia di civili cinesi.
Lungo il percorso (nonostante sia chiara la presa di posizione del governo cinese che, giustamente, ancora esige scuse formali da parte del governo giapponese) appelli alla pace, alla fratellanza, e al ricordo per non dimenticare. Chiedo a Qing perché i giapponesi combinarono quel macello. Mi risponde “just for fun”.

Memoriale

Usciti dal Memoriale, alzo lo sguardo e vedo una serie infinita di gru, serie che si perde all’infinito.
Ancora devo decidere se è il caso di capire come “ambientarmi” in una metropoli così estesa, o se seguire Qing in modo passivo. Opto per la seconda soluzione, data la quasi assenza di punti di riferimento (se non QUESTO  grattacielo piuttosto che QUELLO…).
Affogo il dispiacere e la tristezza post-memoriale in un piatto di bocconcini di carne di maiale serviti in una salsa piccante con ginger, peperoncini verdi e rossi, funghi. Obbligatorio accompagnare il tutto con riso in bianco per non ustionarsi!

Bocconcini di maiale piccante

La pioggia è insistente, così entriamo in uno dei mall center. Aria climatizzata, una decina di piani, collegamento con la metro…così esteso che senza  Qing mi sarei perso.
La mia curiosità nel provare sapori cinesi comincia ad essere appagata. Frutta, bibitoni con palle di riso frutta latte e tea, stuzzichini di maiale affumicato e caramellato, caramelle al mais…Nel vedere la lista di cibi che Qing ha appuntato per me, mi sa che metterò a dura prova le mie papille gustative e il mio stomaco!

Frutta

Dopo aver imparato i numeri in cinese da 1 a 5, usciamo finalmente dalla “città commerciale” per cenare presso il tipico ristorantino di strada.
Ore 20:00
Siamo gli utlimi clienti (eh sì i cinesi cenano tra le 17:30 e le 19:00).
Qing ordina per me: Bamboo e “arlic” conditi con altre verdure e funghi, una casseruola ripiena di bocconcini di maiale affogati in una salsina rossa non molto piccante e dal sapore agrodolce, il tutto accompagnato dalla classica ciotolina di riso in bianco.

Cena a Nanchino

Birra fredda (sì fredda!!!) Qing non approva perché dice che bere freddo quando mangi pietanze calde “is not good for your health”…però sti***…sinceramente l’acqua calda proprio non mi disseta!
Torno in albergo alquanto esausto. Domani ho convinto Qing a portarmi a vedere il museo Jifan, di Steven Holl, progetto “coperti nato” più volte sulle riviste di settore, se non altro per l’accattivante sbalzo della struttura dallo scheletro reticolare, per il grande parco in cui è inserito…e perché Holl è un’archistar.
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