Ore 9:00
Lascio la mia bici silver al Northern Gate del campus quando
mi arriva il messaggio dal mio amico Hanjie: a typhoon is coming.
Tifone?!...Mah tutto sommato sto andando a Nanchino! Chissà però come, e
soprattutto se, ritroverò la bici al mio ritorno!
Dalla stazione di Wuxi a Nanchino il treno G impiega un’ora.
Che comfort e che puntualità questi treni G!
Entrando in stazione scorgo (tra la foschia) i grattacieli
di Nanchino (una sorta di Bund di Shanghai). Piove, il cielo e la luce
tutt’intorno sono grigi…fortuna che ad aspettarmi c’è Qing! Studia arte
all’Aquila, ma è di Nanchino, quindi sono in ottime mani!
Appena esci dalla stazione, ti ritrovi di fronte il lago
Xuanwu in cui si specchiano, in tutto il loro grigiore, i grattacieli della
business area tra cui svetta la Zifang Tower (450 e rotti metri di altezza, la
7^ più alta al mondo; i cinesi ne vanno fieri!).
Nanchino
Condizioni pessime per scattare fotografie…pioggia molto
fine e umidità micidiale…la parte più alta della Zifang nascosta dal grigiore
della foschia…
Qing ha studiato per me…che carina! Parla un po’ di
italiano…mi mostra gli appunti presi la sera prima (descrizione dei luoghi che
visiteremo e dei cibi che mi farà assaggiare) e ci avviamo verso l’albergo. Una
notte in stanza singola presso l’albergo interno all’Università “Nanjing
Normal”, modesto comfort, prezzo vantaggioso.
Lasciato il trolley, ci avviamo verso il Memoriale del
massacro di Nanchino; ombrello alla mano.
Tra bus e metro (il mio albergo non è poi così distante dal
centro, ma Nanchino è una metropoli dal territorio molto vasto) impieghiamo più
di un’ora.
Il Memoriale è il sito realizzato per ricordare le atroci
barbarie commesse dall’esercito giapponese nel 1937.
Memoriale Esterno
300.000 il numero indicativo delle vittime. Nell’edificio
principale il percorso obbligato accompagna il visitatore tra foto, cimeli,
video, ricostruzioni, materiale scioccante e spesso senza censura alcuna, che
ripercorre le fasi atroci dell’uccisione di migliaia di civili cinesi.
Lungo il percorso (nonostante sia chiara la presa di
posizione del governo cinese che, giustamente, ancora esige scuse formali da
parte del governo giapponese) appelli alla pace, alla fratellanza, e al ricordo
per non dimenticare. Chiedo a Qing perché i giapponesi combinarono quel
macello. Mi risponde “just for fun”.
Memoriale
Usciti dal Memoriale, alzo lo sguardo e vedo una serie
infinita di gru, serie che si perde all’infinito.
Ancora devo decidere se è il caso di capire come
“ambientarmi” in una metropoli così estesa, o se seguire Qing in modo passivo.
Opto per la seconda soluzione, data la quasi assenza di punti di riferimento
(se non QUESTO grattacielo piuttosto che
QUELLO…).
Affogo il dispiacere e la tristezza post-memoriale in un
piatto di bocconcini di carne di maiale serviti in una salsa piccante con
ginger, peperoncini verdi e rossi, funghi. Obbligatorio accompagnare il tutto
con riso in bianco per non ustionarsi!
Bocconcini di maiale piccante
La pioggia è insistente, così entriamo in uno dei mall
center. Aria climatizzata, una decina di piani, collegamento con la metro…così
esteso che senza Qing mi sarei perso.
La mia curiosità nel provare sapori cinesi comincia ad
essere appagata. Frutta, bibitoni con palle di riso frutta latte e tea,
stuzzichini di maiale affumicato e caramellato, caramelle al mais…Nel vedere la
lista di cibi che Qing ha appuntato per me, mi sa che metterò a dura prova le
mie papille gustative e il mio stomaco!
Frutta
Dopo aver imparato i numeri in cinese da 1 a 5, usciamo
finalmente dalla “città commerciale” per cenare presso il tipico ristorantino
di strada.
Ore 20:00
Siamo gli utlimi clienti (eh sì i cinesi cenano tra le 17:30
e le 19:00).
Qing ordina per me: Bamboo e “arlic” conditi con altre
verdure e funghi, una casseruola ripiena di bocconcini di maiale affogati in
una salsina rossa non molto piccante e dal sapore agrodolce, il tutto
accompagnato dalla classica ciotolina di riso in bianco.
Cena a Nanchino
Birra fredda (sì fredda!!!) Qing non approva perché dice che
bere freddo quando mangi pietanze calde “is not good for your health”…però
sti***…sinceramente l’acqua calda proprio non mi disseta!
Torno in albergo alquanto esausto. Domani ho convinto Qing a
portarmi a vedere il museo Jifan, di Steven Holl, progetto “coperti nato” più
volte sulle riviste di settore, se non altro per l’accattivante sbalzo della
struttura dallo scheletro reticolare, per il grande parco in cui è inserito…e
perché Holl è un’archistar.
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